La Commissione della Camera boccia l’apertura agli OGM

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“Esprimendo la nostra preoccupazione per una situazione governativa così difficile che colpisce proprio il settore dell’Agricoltura, accogliamo con grande soddisfazione i pareri condizionati votati  dalla Commissione Agricoltura della Camera ai decreti del Ministero dell’Agricoltura, che tentavano di forzare un’apertura illegittima agli OGM “vecchi” e “nuovi” (New Breeding Techniques – NBT) e di negare la possibilità per gli agricoltori di svolgere attività quali il reimpiego delle sementi o lo scambio di parte del raccolto come sementi o materiale di  moltiplicazione”. Con queste parole la coalizione di 25 associazioni ambientaliste, che aveva espresso tutto il proprio disappunto in merito all’evidente rischio, commenta soddisfatta l’esito della votazione della Commissione alla Camera che di fatto boccia le proposte dell’ormai ex ministra Teresa Bellanova (vedi news).

“Grazie all’apertura al dialogo con le organizzazioni agricole biologiche e contadine, le associazioni di tutela ambientale e dei consumatori da parte dei relatori incaricati, e al sostegno dei membri della Commissione Agricoltura della Camera, questo tentativo è stato per il momento sventato. La brutta pagina del parere espresso dalla Commissione Agricoltura del Senato è, così, superata. Il futuro ministro dell’Agricoltura sarà chiamato a rispettare i vincoli posti dai pareri espressi alla Camera. In tutti si chiede, infatti, il rispetto della sentenza della Corte europea di Giustizia che ha stabilito che alle NBT si applicano senza eccezioni o deroghe le norme oggi esistenti per gli OGM, unitamente allo stralcio dei riferimenti relativi agli OGM nei decreti in esame, a conferma della natura di Paese libero da OGM dell’Italia. Ci impegniamo comunque a monitorare le decisioni del Mipaaf, affinché sia rispettata la volontà democratica espressa alla Camera”, continua la nota delle organizzazioni ambientaliste, tra cui Slow Food, FederBio, Green Peace, Legambiente e Wwf.

In sintesi, nello stesso giorno in cui di fatto si apriva l’ennesima crisi di governo, la Commissione Agricoltura in Senato sbloccava finalmente la legge sul bio (vedi news) e la sua omologa alla Camera frenava i quattro decreti bocciando di fatto due elementi: da una parte, che lo schema dei decreti in esame, “nella parte in cui richiama, in via diretta o indiretta, gli OGM”, appare non coerente con il quadro normativo di riferimento, dato che in Italia “vige il generale divieto di sperimentazione e coltivazione di piante geneticamente modificate in campo aperto”; dall’altra, che “il divieto di coltivazione degli OGM deve ritenersi esteso, coerentemente alla pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 16 luglio 2018, anche ai prodotti ottenuti mediante l’impiego di ‘nuove tecniche di miglioramento genetico’ (New Breeding techniques-NBT) o genome editing, in considerazione degli elevati rischi per l’ambiente e la salute umana”.

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