Bio Val Venosta, la sfida di un servizio ancora più efficiente

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Il 2019 vedrà un cambiamento logistico fondamentale per Bio Val Venosta: dal mese di settembre tutto il Reparto Bio potrà utilizzare una struttura nuova dedicata esclusivamente alla produzione biologica venostana. Il bio è in espansione e Bio Val Venosta si afferma come leader tra i produttori di mele biologiche in Italia e anche in Europa, con una prospettiva di crescita che nel 2021 porterà a circa 1.000 ettari coltivati e a 50 mila tonnellate di prodotto. Numeri importanti, che richiedono una infrastruttura che garantisca una qualità nel servizio proporzionata ai volumi in aumento: 12 linee di produzione con un incremento del 60% della capacità attuale di confezionamento, un magazzino automatico in grado di stoccare 18 mila bins e una calibratrice totalmente dedicata alle mele bio. lI nuovo stabilimento di Juval, all’avanguardia in Europa per tecnologia e flessibilità di lavorazione, fornirà ingenti vantaggi a Bio Val Venosta in termini di velocità di risposta alle richieste del mercato e di qualità del servizio per il cliente.

Questa è l’importante premessa all’intervista che abbiamo fatto a Norimberga, a conclusione di Biofach 2019, a Gerhard Eberhöfer, responsabile vendite Bio Val Venosta.

– Come giudica Biofach 2019?

‘Abbiamo avuto ottimi contatti con distribuzione organizzata e specialisti, che in Germania sono fortissimi. I due terzi dei nostri contatti sono avvenuti con interlocutori tedeschi, un terzo con interlocutori di altri Paesi. Per noi Fruit Logistica è molto importante ma qui non possiamo mancare. Siamo i numeri uno nel settore delle mele bio in Europa. Lo dicono le quantità. Quello che è meno facile da misurare è la qualità e il servizio, dove pure intendiamo essere leader. Biofach 2019 è stata utile ed in particolare è stata l’occasione appropriata per proporre Bonita, di cui abbiamo la disponibilità delle prime 200 tonnellate quest’anno. Le vendite sono partite proprio in Germania poco prima di Biofach, anche perché, per questa varietà, adattissima al bio, la Germania è il mercato di riferimento. La campagna di Bonita terminerà a maggio’.

– Come giudica l’andamento del mercato delle mele biologiche?

‘Ci sono mercati consolidati in cui registriamo margini di crescita del 5% e mercati nuovi che possono arrivare a crescite del 20-25%. Direi che la crescita del mercato europeo è intorno al 10%, forse un punto in meno. In Francia come in Germania la produzione bio interna cresce, quindi aumentare i volumi è più difficile. In generale, la produzione cresce più in fretta del mercato, sono aumentati i player e di conseguenza la competizione. Se prendiamo l’Est Europa, oggi produce poco o niente ma un domani potrà essere competitivo. Questo ci obbliga a fare scelte corrette, a compiere aggiustamenti si può dire quotidiani per essere bio-leader anche nei prossimi anni. In Italia, che è il nostro primo mercato, e all’estero, dobbiamo convincere con il primato nella qualità, con servizi efficienti, con forniture 12 mesi su 12. E dobbiamo guardare lontano, ai mercati asiatici e del Medio Oriente, al Brasile. Forniamo già mele bio a Hong Kong, Singapore, Malesia ma abbiamo ancora ampi margini in quei mercati’.

– Quanto pesa la marca del distributore nelle vostre vendite?

’Non poco, soprattutto in certi mercati, Italia compresa. In Spagna siamo forti con il nostro marchio e, ancora di più, lo siamo nei nuovi mercati asiatici dove le vendite a marchio Bio Val Venosta toccano il 95% e più.’ (a.f.) 

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