Ambiente, una parola entrata con prepotenza nel lessico delle priorità della nostra vita

Andrea Segré

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“La Terra è un paradiso, l’inferno è non accorgersene”: l’aforisma di Jorge Luis Borges è tanto più vero nel tempo sospeso dalla pandemia e nella Giornata Mondiale dell’Ambiente che si celebrata quest’anno lo scorso 7 giugno. L’ambiente, ciò che ci circonda – è infatti il participio presente ambiens del latino ambire che significa appunto circondare – svuotato dalla nostra pesante presenza si è ben presto ripreso il suo spazio. Lo spazio della nostra assenza lo ha ripopolato di animali e piante, una presenza che prima si nascondeva fino a sparire.

La perdita continua di biodiversità, ovvero la scomparsa di molte specie vegetali e animali, ci ricorda la tragica combinazione fra la presenza dell’uomo e l’assenza del mondo vegetale e animale. È bastato un attimo, se contato con la metrica dell’evoluzione, a ribaltare la presenza con l’assenza per ripopolare quello spazio perso.

Nel 2020, anno bisesto e funesto, siamo tuttavia a un punto di svolta obbligato: paradiso o inferno? Se il riscaldamento globale dovesse continuare con il ritmo attuale, entro la fine del secolo scatterà un allarme estinzione per il 73% delle specie animali e vegetali di tutto il mondo. Una scoperta però è confortante, anche se non è ancora il paradiso: la parola “ambiente” esce finalmente da qualsiasi concetto astratto ed entra con prepotenza nel lessico delle priorità della nostra vita.

Ben 7 italiani su 10 (68%) sanno correttamente spiegare la “biodiversità” come “una molteplicità di specie animali, vegetali e microorganismi” e con altrettanta precisione 4 italiani su 10 collegano la perdita di biodiversità e l’alterazione degli equilibri ed ecosistemi a conseguenze rilevanti se non addirittura catastrofiche per l’abitabilità terrestre, come la pandemia covid-19. Solo 1 italiano su 10 (9%) ritiene che non valga la pena preoccuparsi, e che la perdita di biodiversità sia fisiologica nell’evoluzione degli ecosistemi, ma nell’insieme oltre i 3/4 dell’opinione pubblica ha colto la serietà delle condizioni. Sono i dati del nuovo Rapporto #Biodiversità, I care 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market / SWG. Li ha diffusi Fondazione FICO con la campagna Spreco Zero. L’indagine è stata condotta dal 27 al 29 maggio su 1000 soggetti in tutta Italia, secondo un campione statistico.

Preservare la biodiversità, quindi, ma come? Secondo un italiano su due (50%) sono necessari e urgenti prodotti e detersivi a basso impatto ambientale, mentre per il 42% degli intervistati la strada è privilegiare la varietà di prodotti agroalimentari del territorio attraverso la spesa della famiglia.

Soluzioni che dimostrano la comprensione dei pericoli in atto, e non di difficile attuazione. Molto resta da fare in vista degli Obiettivi di sviluppo dell’Agenda 2030, ed è questo il momento per uno scatto decisivo… verso il paradiso.

Andrea Segré

 

 

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