Vale il 10% del fatturato il bio di Orogel

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Pur non avendo un proprio marchio bio, Orogel, rispondendo alla richiesta di mercato, è arrivata a un 10% di produzione certificata biologica. Sono cifre importanti, perché il colosso di Cesena è la prima azienda italiana nei surgelati vegetali e la seconda, a livello nazionale, alle spalle di Findus, nei cibi surgelati, per un fatturato globale 2016 di 625 milioni di euro. Poiché il prodotto bio ha un costo superiore al convenzionale e la matematica non è un’opinione, il valore del bio Orogel supera la ragguardevole cifra di 63 e più milioni di euro l’anno.

La richiesta è dunque forte e le prospettive sono che aumenti. Clienti importanti del bio Orogel sul mercato interno sono il mondo del catering a partire dalle mense scolastiche, per ingredienti vegetali di base usati dai cuochi, e i supermercati che il colosso cesenate rifornisce e confeziona a marchio del distributore. Sul mercato internazionale, la richiesta di bio è cresciuta negli Stati Uniti, un Paese su cui Orogel punta molto e dove i cibi surgelati hanno livelli di consumo molto importanti e in crescita.

Lo ha spiegato a GreenPlanet il dott. Silver Giorgini, direttore Qualità e Innovazione Prodotto, facendo alcune considerazioni su cui bisogna riflettere: “Orogel punta su produzioni di qualità, produzioni nazionali sulla cui filiera si possa avere il controllo diretto per evitare sorprese. Questo per noi vale sia per il biologico sia per il convenzionale. Tra i due tipi di prodotto sta avvenendo una progressiva convergenza, nel senso che le produzioni convenzionali sono sempre più controllate e pulite e, in alcuni casi, seguono metodi e tecniche di produzione che sono state mutuate dall’agricoltura biologica. Noi lo verifichiamo direttamente sulle coltivazioni che seguiamo e posso dire che è sempre più raro trovare tracce di trattamenti chimici sui prodotti a produzione integrata. Il bio crescerà ancora ma crescerà contemporaneamente anche la qualità del prodotto convenzionale perché la richiede il mercato’.

‘Orogel – ha sottlineato Giorgini – la qualità la fa in campagna e poi concedendo tempi strettissimi tra la fase di raccolta e quella di trasformazione’. Sul mercato americano, il responsabile Qualità e Innovazione Prodotto di Orogel ha precisato: ‘Nei due mandati della presidenza Obama si è diffusa in America un’onda molto favorevole alla naturalità dei prodotti e al biologico in particolare, abbandonando posizioni, che erano diffuse, a favore o comunque non contrarie agli alimenti OGM e a prodotti trattati chimicamente. Va anche molto di moda l’agroalimentare italiano perché è passato il messaggio che il nostro cibo fa bene alla salute”.

Orogel non vende in America solo surgelati bio ma anche marmellate e composte biologiche a base di frutta. Il bio Orogel è certificato CCPB.

Nella foto, Silver Giorgini, direttore Qualità e Innovazione Prodotto di Orogel 

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