Scontro sui parchi naturali, le associazioni bocciano la riforma

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La Camera ha approvato martedì 20 giugno il disegno di legge sui parchi naturali con 249 sì, 115 no e 32 astenuti. Il provvedimento, dopo le modifiche apportate da Montecitorio, tornerà in terza lettura al Senato per l’approvazione definitiva.

I commenti positivi del ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti e della Federparchi (l’associazione che in Italia riunisce e rappresenta gli enti gestori delle aree naturali protette) contrastano con le opinioni fortemente critiche espresse da associazioni ambientaliste importanti come WWF e Lipu.

‘La riforma è un passaggio importante per migliorare la tutela dei gioielli del nostro patrimonio ambientale – ha dichiarato Galletti -. Con questa normativa si innalza significativamente il grado di protezione di queste aree attraverso un maggiore coinvolgimento delle istanze e delle istituzioni locali, aumentando la trasparenza nella designazione dei direttori dei parchi, assicurando competenza e professionalità attraverso bandi pubblici i cui requisiti sono indicati e verificati caso per caso dal Ministero, rendendo possibile una valorizzazione economica della risorsa parco’.

‘Credo – ha aggiunto il ministro – che le aree protette debbano essere sentite dalle comunità come un vantaggio non come un limite e che debbano essere gestite da persone di provata competenza, riconosciute come tali sul territorio, per proteggere e valorizzare al meglio gli straordinari paesaggi, gli ecosistemi, la flora e fauna dei nostri parchi e dei nostri mari. A tal fine peraltro la normativa prevede lo stanziamento di nuovi fondi, 30 milioni di euro per i parchi e 9 per le aree marine, per programmi di tutela e protezione ambientale’.

La giunta di Federparchi ha sottolineato che ‘molte delle proposte che abbiamo fatte sono state accolte altre non lo sono state, ma è stato un fatto assolutamente positivo potersi confrontare nel merito dei problemi. Ora ci auguriamo che il Senato concluda velocemente l’iter, i parchi ne hanno tremendamente bisogno’.

Di ben altro tenore il commento di WWF Italia: ‘Il voto della Camera – si legge in una nota ufficiale dell’associazione – ha portato indietro di quarant’anni la legislazione di salvaguardia della Natura: le nomine di presidenti e direttori saranno condizionate da logiche politiche e interessi locali; sarà più facile l’ingresso di cacciatori nei parchi; si introduce un sistema di royalties una tantum per cui non solo ‘se paghi, puoi inquinare’, ma se inquini lo fai a prezzo di saldo. Esiste, infine il rischio che questo testo apra un varco alle trivellazioni anche in aree protette’.

Nemmeno la Lipu condivide la soddisfazione del ministro e di Federparchi: ‘La riforma trasforma le aree protette in strumenti della politica locale. Una brutta pagina, grigia e priva di coraggio, per la storia della legislazione ambientale italiana’. La Lipu è convinta che la lista delle cose negative della riforma sia molto lunga: ‘la politicizzazione della governance, il netto sbilanciamento a favore dei poteri locali, la possibilità di estrazioni petrolifere, i meccanismi di controllo della fauna selvatica, che non risolverà alcun problema di sovrannumero e anzi aggraverà i casi, aprendo i parchi alla caccia e dando ai cinghialai il paradossale compito di far diminuire i cinghiali’. La Lipu parla anche di ‘umiliazione del Delta del Po, una delle aree più importanti d’Europa per gli uccelli migratori e la biodiversità, che Governo e Parlamento non hanno avuto il coraggio, una volta ancora, di trasformare in parco nazionale’.

 

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