Otto linee di sviluppo della green economy italiana

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Dopo la Conferenza di Rio+20, è stato presentato a Roma il programma di iniziative che porterà agli Stati generali della Green Economy in Italia e alla realizzazione di un programma per il suo sviluppo. Sono 39 le organizzazioni di imprese promotrici e decine gli incontri preparatori.

Trecento esperti impegnati in 8 gruppi di lavoro su temi strategici, circa 2.000 tecnici e rappresentanti della società civile coinvolti in Assemblee nazionali tematiche, 39 organizzazioni di imprese, decine di incontri preparatori.

 

Questo il vasto processo partecipativo che si concluderà a Rimini nell’ ambito di Ecomondo, il 7 e 8 novembre prossimi, con gli Stati Generali della Green Economy, dove sarà presentato un Programma per lo sviluppo di una green economy, quale contributo per far uscire l’Italia dalla crisi.

L’avvio di questo percorso, promosso dal Ministero dell’Ambiente e dal Comitato organizzatore degli Stati Generali della Green Economy, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, cui ha partecipato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini – rientrato dal summit di Rio – alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di imprese promotrici dell’iniziativa.

‘Anche la Conferenza Onu Rio+20 sulla sostenibilità, che si è chiusa la settimana scorsa a Rio de Janeiro – ha dichiarato il ministro – ha confermato che la green economy è lo strumento per consentire la crescita, soprattutto in questi anni di crisi, e per aiutare a uscire dalla povertà i Paesi in via di sviluppo senza gravare in modo irreparabile sul pianeta’.

Il Programma per lo sviluppo di una green economy italiana, in fase di elaborazione nei gruppi di lavoro, affronterà 8 settori individuati come strategici per lo sviluppo di un’economia verde in Italia. Si tratta, in particolare, dell’eco-innovazione, del risparmio energetico e dello sviluppo delle fonti rinnovabili; dello sviluppo del riciclo e dei materiali rinnovabili; della mobilità sostenibile; dell’agricoltura di qualità ecologica; dei servizi ambientali e del potenziamento degli strumenti economici per sostenere tale svolta. Su questi temi si confronteranno anche 8 Assemblee nazionali che sono state programmate tra luglio e settembre.

‘La Conferenza di Rio+20 – ha osservato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e del Comitato organizzatore – ha alimentato la spinta internazionale per lo sviluppo di una green economy. La crescente consapevolezza ambientale apre spazi di mercato, nazionale e globale, per consumi e produzioni ad elevata qualità ecologica. L’Italia grazie al dinamismo delle sue piccole e medie imprese e alla tradizionale associazione del made in Italy alla bellezza e alla qualità, può utilizzare le chiavi della green economy per aprire le porte ad una nuova prospettiva di sviluppo’.

‘Investire sempre di più nel settore della green economy – spiega il presidente del Consorzio obbligatorio degli Oli Usati, Paolo Tomasi – rappresenta una strada obbligata che consente di perseguire un duplice obiettivo: la difesa dell’ambiente e lo sviluppo di nuove opportunità economiche per le imprese italiane. Le aziende del settore, che in molti campi costituiscono vere e proprie eccellenze a livello mondiale, devono far fronte comune per favorire l’esportazione del nostro know-how in materia di economia verde”.

A Rimini, il 7 e l’8 novembre, il Programma per lo sviluppo della Green Economy sarà presentato e discusso con rappresentanti dell’Unione Europea e dell’OCSE, delle principali organizzazioni delle imprese e dei sindacati, del mondo politico e parlamentare, delle associazioni ambientaliste e dei consumatori, di Enti locali e Regioni. Nell’occasione verrà anche presentato un Rapporto sulla Green Economy, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in collaborazione con l’Enea.

 

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