Operazione bio-distretto allo studio sulla Sila

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La Fondazione Area MaB Sila (MaB significa ‘Man and the Biosphere’ ed è un progetto UNESCO partito negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente), insieme al Parco Nazionale della Sila e alla sezione calabrese di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), ha organizzato un workshop nella Sala degli Specchi della Provincia di Cosenza per esplorare la possibilità di realizzare all’interno dei confini dell’area un bio-distretto.

‘La biodiversità non è solo un patrimonio da preservare, ma anche un valore da spingere e usare come leva per lo sviluppo’, ha ricordato Sonia Ferrari, presidente della Fondazione MaB Sila. ‘Il passaggio al biologico in generale, e la creazione di un bio-distretto nello specifico, potrebbero rendere più competitive le nostre aziende migliorando al tempo stesso la loro qualità attraverso processi educativi e formativi’.

Un bio-distretto origina da un patto stretto tra le amministrazioni pubbliche, quindi i Comuni, un Ente Parco e il mondo agricolo, finalizzato a rendere quest’ultimo di nuovo protagonista.

Il direttore del Parco Nazionale della Sila, Giuseppe Luzzi ha sottolineato che ben 66 Comuni e istituzioni pubbliche come l’Università della Calabria di Cosenza e l’Università Mediterranea di Reggio, quella della Tuscia, il CNR e tanti altri hanno deciso di mettersi insieme e scommettere su un futuro di crescita diversa rispetto al passato: ‘Una crescita che sia sostenibile’. La Calabria, in particolare nel comprensorio della Sila, ha vaste aree naturalisticamente intatte. Il bio-distretto è la scelta giusta per preservarle e nello stesso tempo creare sviluppo. 

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