La Toscana ha paura dei lupi. Ne verranno uccisi 26 su 530

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La Regione Toscana e il ministro dell’Ambiente, Galletti, hanno autorizzato l’abbattimento di 26 lupi in Toscana, una regione in cui sta crescendo il disagio per la presenza massiccia di predatori. I lupi sarebbero in Toscana 530 divisi in 110 branchi e sono stati autori negli ultimi tre anni di 1.500 attacchi denunciati a greggi di ovini, caprini e bovini. Lungo tutto l’asse dell’Appennino la presenza del lupo è in aumento. La popolazione di lupi si è diffusa in direzione nord e in direzione sud principalmente dal Parco Nazionale d’Abruzzo.

Risolvere l’emergenza Lupo è diventata una priorità – sottolinea la CIA Toscana -; ne va del futuro degli allevamenti toscani e anche dell’economia di intere aree rurali, in particolare quelle montane e svantaggiate. L’autorizzazione all’abbattimento di circa il 5% dei lupi presenti in Toscana è considerata dalla Confederazione Italiana dell’Agricoltura una conseguenza della ‘situazione di estrema e peculiare criticità rispetto alla presenza del lupo ed ai relativi conflitti con le attività antropiche, ormai non più sostenibile da parte del mondo degli allevatori e, in alcuni casi, dai sindaci delle popolazioni delle aree montane’.

La Regione Toscana ha reperito nel suo bilancio 500 mila euro per assicurare le risorse necessarie a coprire tutte le richieste di indennizzo per danni del 2016, la cui graduatoria è stata approvata pochi giorni fa. Anche se – commenta la CIA – il ristorno del danno giunge in ritardo di un anno e mezzo rispetto agli eventi. Una buona notizia – commenta la CIA Toscana – è l’autorizzazione da parte della Commissione europea a superare il limite finanziario dei 15 mila euro in tre anni, ovvero il regime de minimis con cui sarà possibile risarcire tutte le aziende che hanno subito attacchi da lupi e da predatori. Le aziende di allevamenti e gli animali da reddito – sottolinea la CIA Toscana – devono essere tutelati al pari del lupo. Anche perché rimangono l’ultimo presidio di alcuni territori e contribuiscono in maniera decisiva alla tenuta del tessuto sociale di quelle aree.

Per quanto riguarda episodi isolati di bracconaggio, la CIA Toscana ritiene che non ci siano giustificazioni di nessun genere, ma sono segnali del livello di esasperazione al quale ‘siamo arrivati in alcune aree della Toscana, dove la cittadinanza è costretta a convivere a contatto con le scorribande di lupi e predatori, oltre che degli ungulati che provocano da decenni danni irreversibili non solo all’agricoltura ma anche all’ambiente e alla biodiversità’.  

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