Da Ecor cereali e legumi antichi

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Riscoprire tutta la ricchezza e la varietà del patrimonio agricolo italiano. Recuperare la semplicità delle ricette di una volta. Soddisfare il piacere del palato, nel rispetto dell’alimentazione, facendo nello stesso tempo un tuffo nel nostro passato culinario. Con il progetto ‘Alimenti Ritrovati’ Ecor, marchio leader in Italia nei prodotti biologici e biodinamici (http://www.ecor.it), trasforma la tavola in un libro aperto sulle nostre tradizioni: i cereali e legumi presenti in questa linea – di origine rigorosamente biologica e coltivati come si faceva un tempo – sono infatti alla base di moltissime ricette regionali, a testimonianza di quella realtà rurale in cui affondano le radici del nostro Paese. Scegliere ‘Alimenti Ritrovati’ non vuol dire solo arricchire e variegare la propria dieta, ma rappresenta – si legge in una nota di Ecor – anche un gesto di amore per il nostro territorio, perché ne tutela la biodiversità nel rispetto della terra e dei suoi frutti.

Ecor oggi propone un’antica varietà di cereali: il farro monococco o farro piccolo, che è stato – insieme all’orzo – uno dei primi cereali ad essere coltivati dall’uomo nella cosiddetta Mezzaluna Fertile (l’area compresa tra gli attuali Iran, Iraq e Turchia). Grazie alle sue caratteristiche, è stato per migliaia di anni l’ingrediente principe della dieta di moltissime popolazioni, salvo poi perdere gradualmente la propria importanza a favore di frumenti più produttivi e di facile trebbiatura. Attualmente, il farro monococco viene coltivato solo in poche decine di ettari in Italia.

Negli ‘Alimenti ritrovati’ di Ecor c’è dunque questo antico cereale, ma ci sono anche i legumi, protagonisti d’eccellenza della tradizione contadina, che da sempre arricchiscono molte ricette della nostra cucina, dai primi piatti ai contorni. Quelli selezionati da Ecor per ‘Alimenti Ritrovati’, meritano poi una riscoperta particolare: accanto a piselli, fagioli, ceci e lenticchie, potremo riscoprire legumi meno conosciuti, come la cicerchia e la roveja.

La cicerchia, chiamata cicercula dai Romani, è considerata un legume povero, perché ha permesso per lungo tempo ai contadini di sfamarsi in assenza di cibi più ricchi ed elaborati. Originaria del Medio Oriente e della famiglia delle leguminose, nasce da una pianta erbacea simile a quella dei ceci. Le sue doti principali risiedono nella robustezza e nella capacità di crescere in condizioni difficili, senza necessità di particolari trattamenti: cresce infatti anche a basse temperature e su terreni aridi e poveri. Abbandonata per secoli, oggi la sua coltivazione ha come obiettivo la tutela della biodiversità italiana.

La roveja, considerata da alcuni come l’antenato del pisello comune (in realtà non esiste ancora una classificazione botanica certa) nasce da un fiore, con sfumature viola mentre una volta estratta dal bacello, la roveja passa dal colore verde scuro, al marrone ed infine al grigio. Forse originaria del medioriente, cresce spontaneamente lungo le scarpate e i prati di tutta Europa. Attualmente è poco diffusa, ma in passato veniva coltivata lungo tutta la dorsale appenninica umbro-marchigiana, in particolare tra i monti Sibillini, data la sua resistenza alle basse temperature.

Volete portare, in maniera semplice e gustosa, i cereali e legumi ‘Alimenti Ritrovati’ sulla vostra tavola? Scoprite come su www.ecor.it/ricette

 

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