Meno residui nella pasta, crescono le paste bio

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La rivista Il Salvagente ha analizzato 23 pacchi di pasta (penne) alla ricerca di pesticidi, glifosato, micotossine e proteine e anche per scoprire quali siano le migliori alla prova cottura. I risultato è che, rispetto a ricerche precedenti, quando un pacco di pasta su 3 in vendita in Italia era prodotto con grano straniero, la situazione è in miglioramento.

La materia prima è diversa dal grano, canadese e statunitense in particolare, spesso contaminato dal Don e con residui di glifosato elevati. Ciò peraltro è confermato dai dati ISTAT sulle importazioni cerealicole: dal 2016 ad oggi, il grano canadese è passato da oltre un miliardo di chili a 43 milioni nel primo semestre 2018; nello stesso periodo, il grano duro statunitense è sceso di quasi il 60%, mentre il grano francese ha raddoppiato i quantitativi, passando da quinto a primo fornitore di frumento dell’Italia. In ogni caso, alcuni campioni analizzati riportano alcuni residui di pesticidi, fino a 4 o 5, glifosato compreso. Per lo più sono paste vendute in supermercati discount. I laboratori si erano messi alla ricerca di 500 molecole di fitofarmaci e di 19 micotossine.

Da quest’anno le aziende produttrici di pasta devono indicare in etichetta sia il Paese di coltivazione del grano sia il Paese di molitura. Dei 23 pacchi analizzati, il Paese di molitura è sempre l’Italia. Quanto a quello di coltivazione, solo in 7 campioni i chicchi sono cresciuti interamente nel nostro Paese, mentre in altri 7 il grano italiano è miscelato ad altri provenienti dall’Europa e non solo. In nessun caso viene indicato il Canada, anche se per ora non si può sapere se il grano canadese possa essere stato miscelato nei prodotti che indicano un generico ‘Paesi non UE’.

I marchi con origine del grano in Italia sono: Voiello, Alce Nero bio, Rummo bio integrale, Buitoni, Coop bio, Barilla bio, La Molisana integrale. Risultano in aumento i marchi che scelgono l’uso di ingredienti di coltivazione biologica.

Gli esperti del Salvagente hanno sottoposto i campioni alla prova cottura, fondamentale per un buon piatto di pasta. E’ stato misurato il tempo di cottura con quello riportato in etichetta e nella grande maggioranza dei casi i dati corrispondevano. Una volta cotte sono state poi contate le penne adese (collosità) e quelle rotte (consistenza) e valutata la resistenza al taglio. Dai test è emerso un giudizio complessivamente positivo.

Le paste che in generale hanno dato i risultati migliori sono nell’ordine: De Cecco, residui assenti e livello micotossine ottimo; De Cecco integrale, residui assenti e livello micotossine ottimo; La Molisana a pari merito con Voiello 100% grano aureo privo di residui con livello micotossine ottimo; Rummo, presenti residui a livelli minimi con livello di micotossine ottimo; Alce Nero bio con residui minimi e livello micotossine ottimo. 

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