Google continua la sua scalata nel mondo delle rinnovabili

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Google, il motore di ricerca più visitato al mondo, nonostante le critiche che da sempre ha ricevuto per gli elevati consumi energetici, continua ad impegnarsi nello sviluppo delle energie rinnovabili.

Per la prima volta, Google ha reso nota l’entità dei consumi elettrici dei suoi data center, sui quali finora è stato mantenuto il massimo riserbo.

Ogni volta che si effettua una ricerca su Google, si guarda un video su YouTube o si invia una email da Gmail, i data center della società usano 2.259.998 MWh di elettricità in un anno. La maggior parte di questi consumi e relativa produzione di CO2 (pari a 1.226.350 tonnellate) è dovuta ai centri di elaborazione dati (data centers) che servono a far viaggiare nella rete tutti i servizi gestiti da Google, dalla posta elettronica alle ricerche sul web.

Ogni giorno, vengono effettuate su Google oltre un miliardo di ricerche, oltre a numerose altre operazioni di download e query. Ma calcolando il consumo medio di energia di un utente, l’importo è di circa 180 watt-ora in un mese, l’equivalente al lasciare accesa una lampadina da 60 watt per tre ore.

“Quando clicchiamo sul bottone ‘cerca’ di Google, non è gratis”, spiega Noah Horowitz del Natural Resources Defense Council di San Francisco il quale fa anche notare che i consumi elettrici dei data center continuano a crescere troppo perché vengono utilizzati sempre più dalle grandi aziende.

Il colosso americano si difende comunicando che il 25% dell’energia utilizzata nel 2010 è stata ricavata da fonti rinnovabili e grazie a nuovi accordi tale percentuale arriverà nel 2011 al 30 % e dovrebbe salire al 35% nel 2012.

Lo scorso anno, la società ha investito circa 680 milioni di dollari nel settore delle energie rinnovabili: circa 280 milioni di dollari in un piano per l’energia solare – per creare un fondo destinato a sostenere la società SolarCity di San Mateo, in California, che si occupa dello sviluppo di progetti nel settore delle energie rinnovabili (verranno acquistati in leasing pannelli solari dalla SolarCity e così l’energia generata potrà essere rivenduta ai privati ad un prezzo fisso per 2 anni)– altri 55 milioni di dollari nell’eolico in California e altri 100 milioni di dollari in Oregon, oltre a un investimento da 168 milioni di dollari per lo sviluppo della centrale solare Ivanpah, che dovrebbe essere completata nel 2013 e diventare la centrale solare a torre più grande del mondo, in grado di produrre 392 MW di energia solare pulita. Uno degli ultimi investimenti (200 milioni di euro) è stato fatto  per realizzare un datacenter sostenibile nella regione di Hamina, in Finlandia convertendo una vecchia cartiera sul Mar Baltico. I motivi principali nello scegliere questa zona del pianeta sono stati sia il clima (raffreddare facilmente i datacenter grazie alle basse temperature che ti attestano di media sui 2 gradi centigradi, sfruttando l’acqua gelida prelevata dal Golfo di Finlandia tramite un tunnel sotterraneo già esistente) che i costi dell’energia (l’elettricità ha un costo molto basso). 

 

 

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