Acqua di casa o minerale? La Coop mostra le analisi

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L’acqua di casa compete alla pari con la sua concorrente, l’acqua minerale. Livello di durezza, sodio, nitrati, fluoruri e altro: 9 parametri per valutare non solo la salubrità ma la qualità di quello che finisce nella brocca saranno sotto gli occhi di tutti. In 500 punti vendita delle Coop sono esposti i cartelli, aggiornati periodicamente, con le caratteristiche chimico-fisiche dell’acqua corrente.

‘Abbiamo lanciato la seconda fase della campagna sull’acqua di casa mia’, spiega Enrico Migliavacca, vicepresidente di Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumatori – Coop). ‘E, dopo una fase iniziale in cui abbiamo registrato una netta flessione delle vendite dell’acqua minerale, devo dire che ora la reazione dei consumatori ci premia perché mostra una maturità e una capacità di scelta che la perdita generale del potere d’acquisto determinata dalla crisi rende ancora più evidente’.

Le vendite infatti hanno cominciato a premiare le acque del territorio, quelle con la fonte più vicina al punto di acquisto. E, come ulteriore riflesso della nuova attenzione a quello che finisce nel carrello della spesa, gli acquisti di prodotti biologici sono cresciuti del 20%.

Alla campagna sull’acqua di casa mia partecipa anche Federutility, l’associazione delle ex municipalizzate del settore. ‘Ognuno fa le scelte di acquisto che ritiene più opportune e ovviamente tra le opzioni c’è l’acqua minerale’, commenta Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility. ‘Noi vogliamo solo far riflettere chi va a fare la spesa sottolineando che ha a disposizione anche altre possibilità. L’acqua del rubinetto è assolutamente sicura e iper-controllata: ha un livello qualitativo tra i più alti in Europa. Costa un millesimo di euro al litro e non c’è da faticare per portarla a casa’.

Nonostante questi exploit, gli italiani sono tra i più forti consumatori mondiali di acqua minerale. Produciamo 12 miliardi di litri di acque bottigliate. Che comportano l’utilizzo di 350 mila tonnellate di plastica e l’emissione di quasi un milione di tonnellate di anidride carbonica.

Qualcosa però sta cambiando. Un primo risultato di questi sforzi di comunicazione, secondo il rapporto Ambiente Italia 2012 curato da Duccio Bianchi e Giulio Conte per Legambiente, si comincia a vedere. Complice la crisi, il consumo di acqua minerale è sceso in un anno da 190 a 186 litri, invertendo un trentennale trend di crescita.

E, nel rapporto, gli ambientalisti passano all’offensiva chiedendo un adeguamento tariffario per il settore delle minerali. ‘Se si passasse a un canone per tutto il territorio di 10 euro per metro cubo imbottigliato si otterrebbero 122 milioni di euro, appena il 5% dei ricavati annui delle aziende imbottigliatrici’, scrive Viviana Valentini, “che potrebbero essere reinvestiti per esempio nell’ammodernamento impiantistico del ciclo delle acque”.



 

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